Aumentano le ditte della vitinicoltura |
Pubblicata in data 14/7/2004 Avellino- Cresce in Irpinia la voglia della vitivinicoltura di pregio. Il trend positivo lo si evince dai dati ricavabili dall’albo dei vigneti: un apposito elenco nazionale, tenuto e curato dalle rispettive Camere di Commercio operanti negli areali di produzione dei vini di alta qualità. Per il comparto provinciale, le ditte specializzate nella produzione delle attuali tre Docg (denominazione d’origine controllata e garantita) Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino sono passate, complessivamente, dalle 231 iscrizioni del 1980 alle 1470 del 2002. Nel dettaglio, la lettura della tabella statistica ricavabile per il Fiano di Avellino evidenzia il vistoso incremento delle ditte iscritte. Il loro numero è aumentato di circa otto volte salendo dalle 42 aziende del 1990 alle 328 del 2002. Cresce la superficie coltivata di ben 50 volte in quanto dai 7 ettari rappresentati nel 1980 si è passati ai 342 dell’ultimo anno. Simile andamento per il Greco di Tufo. Nell’arco temporale di riferimento, il numero delle ditte passa da 67 a 509 aziende crescendo quindi di circa otto volte. Per il Taurasi, il più antico dei vini presente nell’albo, le iscrizioni sono passate dalle 122 del 1980 alle 633 del 2002. La superficie totale dei terreni vitati ha subito un incremento di 1351 ettari nell’ultimo periodo preso in analisi. Un balzo in avanti consistente se si considera che nel 1980 l’estensione della specifica di produzione vitivinicola non superava i 241 ettari. Vistose progressioni segnano dunque la nostra vitivinicoltura di qualità: chiara espressione di un comparto che, oltre ad essere uno dei principali cardini della locale economia agroalimentare, mostra un buono stato di salute con prospettive abbastanza ambiziose. Basti pensare che le esportazioni sono cresciute notevolmente negli ultimi anni tanto che nel 2003 hanno superato i 6,4 milioni di euro con un incremento di dieci volte superiore rispetto al dato registrato nel 1991 pari a 630 mila euro. Rimanendo in tema export: principale area strategica d’affari rimane l’Europa. Anche in questo caso, il take-off delle esportazioni nel mercato geografico di competenza subisce nel periodo 1991-2003 un andamento decisamente positivo in cui le esportazioni crescono dai 143 mila euro inziali fino a superare i 3 milioni di euro ricavati lo scorso anno. Seguono all’Europa, i mercati americani e poi quelli asiatici. Stefano Belfiore |