Contratto d'area: 76 milioni di euro per febbraio
Pubblicata in data 28/1/2005

Entro la fine del mese di febbraio, verranno reinvestiti circa 76 milioni di euro legati al Contratto d’area della provincia di Avellino. Lo rende noto, l’assessore provinciale alla programmazione negoziata e allo sviluppo economico, Eugenio Salvatore che illustra le importanti novità connesse ad uno dei principali strumenti della negoziazione territoriale non fosse altro che per le finalità specifiche che si propone: attivare nuove iniziative imprenditoriali volte a creare nuova occupazione, ultimare gli investimenti nelle aree Asi del cratere. ‘Alla fine del prossimo mese- spiega l’assessore- uscirà il bando per la rimodulazione dei fondi legati alle imprese rinunciatarie dello strumento’. Nel dettaglio, si tratta di tre rinunce ed una revoca, sulle quali il ministero delle Attività produttive sta attualmente vagliando ogni singolo contesto e situazione, che metteranno nuovamente in circolo un importo economico di circa 25 milioni di euro. Anche se ancora prematuro, già è possibile carpire alcune delle caratteristiche salienti del bando. ‘Il bando- continua l’assessore provinciale al ramo- si rivolgerà essenzialmente a nuove attività, ad ampliamenti aziendali e alle aree industriali relative ai fallimenti’. Ancora, sempre entro febbraio, si concluderà l’istruttoria bancaria tesa a valutare l’idoneità progettuale delle 31 imprese irpine (ricadenti nelle aree ex articolo 32 Legge 219/81 e nelle zone limitrofe al cratere) che aderiscono al Contratto d’area di Avellino non finanziate con fondi Cipe, ma ritenute finanziabili dalla Regione Campania. Incaricato a verificare ed analizzare le iniziative industriali, il San Paolo Imi Banco di Napoli. L’esame tecnico, avviato a metà di settembre 2004, si basa essenzialmente su quattro canoni valutativi: capacità del progetto imprenditoriale di competere sul mercato, capacità imprenditoriale del management aziendale, solidità finanziaria dell’impresa ad avviare il progetto. E’ necessario, in ultimo, che il rapporto tra le agevolazioni concesse e l’incremento occupazionale non sia inferiore ai 150 mila euro per ciascun nuovo addetto previsto dall’iniziativa. In questo caso, la sovvenzione economica prevede contributi poliennali e corrisponde, in base ai vigenti tassi di mercato, ad un importo di 51.650.000 euro (tetto massimo che comprensivo di interessi arriva a 93 mln di euro). Analizzata nel suo complesso, va senza dire l’importanza e i riflessi positivi che l’ingente dotazione finanziaria riveste per quanto riguarda l’apparato produttivo ed occupazionale locale. Stefano Belfiore